Come parli?

“Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale” Colossesi 4:6

Il leader cristiano cinese Watchman Nee dedicò un capitolo del suo libro “The Normal Christian Worker” al controllo e alla consapevolezza di ciò che diciamo e di come lo diciamo. “A causa del loro linguaggio non controllato, l’utilità di molti servitori cristiani è seriamente ridotta. Invece di essere strumenti potenti al servizio del Signore, il loro ministero ha scarso impatto a causa della costante perdita di forza attraverso i loro discorsi imprudenti”. Paolo scrive: “Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale”. Cioè, quando parli, assicurati che il tuo parlare sia di buon gusto. La tua espressione e il tuo tono di voce possono determinare se chi ascolta accolga o sia infastidito da ciò che stai dicendo. Eugene Peterson parafrasa le parole di Paolo così: “Sii gentile nel parlare.

L’obiettivo della conversazione è di trarre il meglio dagli altri, non di insultarli, o emarginarli”. Ancora Paolo scrive: “Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela, affinché conferisca grazia a chi l’ascolta” (Efesini 4:29). Perciò, prima di parlare, controlla il tuo atteggiamento e domandati: “In che stato d’animo mi trovo?” E non fermarti a questa domanda; chiediti anche: “Ciò che sto per dire aiuta o ferisce, chiarisce o confonde, farà sentire meglio me e la persona che mi ascolta?” Riconoscendo la sua propensione a dire la cosa sbagliata, Davide pregava: “Signore, poni una guardia davanti alla mia bocca, sorveglia l’uscio delle mie labbra. Non inclinare il mio cuore ad alcuna cosa malvagia” (Salmi 141:3-4). Avere talento nella vita non basta, per avere successo devi parlare con saggezza.

Donare a colui che ti ha dato

“Poiché tutto viene da te; e noi ti abbiamo dato quello che dalla tua mano abbiamo ricevuto” 1 Cronache 29:14

Le persone generose si sentono sempre a proprio agio nel parlare di soldi e ancora di più nel donarli. Le persone egoiste sono ossessionate dal tenere stretto ciò che hanno e su come fare a ottenere sempre di più. Ecco perché Gesù, la persona più generosa nella storia, parla così spesso di soldi. Egli sapeva la loro origine, la loro utilità e chi davvero li possiede. Sedici delle trentotto parabole vertono sulla gestione di denaro e beni materiali.

Nei quattro Vangeli, un verso su dieci, tratta questo argomento. La Bibbia contiene cinquecento versi dedicati alla preghiera, più o meno altrettanti riguardanti la fede, ma più di due mila sulle ricchezze. Dio sta provando a dirti qualcosa? E se così fosse, che cosa? Questo: tutto ciò che hai proviene da Lui! Perciò, tu non sei un proprietario, ma un amministratore della Sua proprietà. Ciò significa che quando Dio ti dà un colpetto sulla spalla e ti dice: “Dona a questa persona o per questa causa”, tu non discutere, non ragionare; di’ soltanto: “Si, Signore!” Dopo aver raccolto i fondi per costruire il tempio, Davide pregò: “Da te provengono la ricchezza e la gloria; tu signoreggi su tutto; in tua mano sono la forza e la potenza, e sta in tuo potere il far grande e il rendere forte ogni cosa.

Perciò, o Dio nostro, noi ti ringraziamo e celebriamo il tuo nome glorioso. Poiché chi sono io, e chi è il mio popolo, che siamo in grado di offrirti volenterosamente così tanto? Poiché tutto viene da te; e noi ti abbiamo dato quello che dalla tua mano abbiamo ricevuto” (vv. 12-14). Quando offri a Dio, stai solo restituendo a Colui che ti ha dato ogni cosa.

Portalo a Dio in preghiera

“Getta sul Signore il tuo affanno, ed Egli ti sosterrà” Salmi 55:22

Dopo aver predicato sul fatto di portare le nostre preoccupazioni a Dio in preghiera, una donna si avvicinò al grande predicatore G.Campbell Morgan e disse: “Non infastidisco Dio per cose piccole; porto a Lui solo quelle grandi”. Morgan rispose: “Mia cara, tutto ciò che portiamo a Dio è piccolo”. La Bibbia esorta: “Getta sul Signore il tuo affanno, ed Egli ti sosterrà”. Dio sa che non sei in grado di portare il peso della preoccupazione, quindi ti invita a darla a Lui oggi. Tutto ciò che è grande abbastanza da essere una fonte di ansia, dovrebbe essere trasformato in una preghiera. Pietro scrive: “Gettando su di lui ogni nostra preoccupazione [tutte le ansietà, tutte le afflizioni, una volta per tutte], perché Egli ha cura di voi” (1Pietro 5:7). Nota la parola “gettare”. È l’opposto di “portare!” Nel momento in cui capisci che una preoccupazione sta cominciando a buttarti giù, “gettala” sul Signore, sapendo che “Egli ha cura di voi.” Ora, se Egli fosse un Dio distante che non si prende cura di te, avresti ragione a preoccuparti. O se fosse un Dio debole e non fosse in grado di fare niente per te, avresti ragione a preoccuparti. A dire il vero, è proprio quando dai le tue preoccupazioni a Dio che scopri quanto Egli sia davvero grande. L’autore di inni Joseph Scriven esprime così questa verità: “Oh, quanta pace spesso perdiamo, oh, quanta inutile sofferenza sopportiamo, solo perché non portiamo ogni cosa a Dio in preghiera”.

La tua identità determina la tua eredità

“Siamo… eredi di Dio e coeredi di Cristo” Romani 8:17

Quando la nostra squadra del cuore vince, diciamo: “Abbiamo vinto!” Perché “noi?” Tu non eri in campo. Non sei stato placcato. Non hai lanciato o calciato la palla. Non hai segnato un singolo punto. Che cosa intendi per “abbiamo” vinto? Intendi dire che poiché la squadra che tifi e nella quale ti identifichi ha vinto, hai vinto anche tu. C’è un’importante verità spirituale per noi, come figli redenti di Dio. Quando Gesù è morto, tu sei morto con Lui. Quando Gesù è resuscitato, tu sei resuscitato con Lui per “camminare in novità di vita” (Romani 6:4). La differenza tra te e la squadra che ha vinto sta nel fatto che tu non hai mai realmente partecipato. Ma quando Gesù vinse sulla croce e tu Lo hai accettato come tuo Salvatore, Dio ti ha posto “in Cristo.”

Oggi Egli ti vede rivestito della giustizia di Cristo (cfr. 2 Corinzi 5:21). Paolo lo spiega così: “Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio. Se siamo figli di Dio, siamo anche eredi: eredi di Dio e coeredi di Cristo”. Capito? Come figlio redento di Dio, tu sei “erede” di tutto ciò che il tuo Padre celeste possiede. Ancora meglio; tu sei anche “coerede di Cristo,” cioè hai diritto a tutto ciò a cui ha diritto Gesù. Quando comprendi questa verità e inizi a camminare con essa, inizi a riconoscere e ad affermare come tue le benedizioni che Dio ha promesso nella Sua Parola. Queste benedizioni includono varie cose tra cui la grazia, il perdono, la guarigione, i beni necessari, la guida, la forza… La tua identità in Cristo ti dà diritto a tutte queste cose.

Trasforma la tua perdita in guadagno (3)

“Le cose di prima sono avvenute e io ve ne annuncio delle nuove; prima che germoglino, ve le rendo note” Isaia 42:9

Le persone che dichiararono Iefte “persona non grata” erano le stesse che tornarono da lui per chiedere aiuto quando furono minacciate da un nemico potente. Quindi, lezione numero uno: le altre persone non determinano il tuo futuro, Dio invece sì! Gli israeliti vivevano in schiavitù quando Dio fece loro questa promessa: “Io so i pensieri che medito per voi, dice il Signore, pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza” (Geremia 29:11). I piani di Dio per te prevarranno sopra ogni altro piano. Lezione numero due: un cammino unitario richiede un discorso unitario. Iefte accetta immediatamente la nuova relazione. “Poi Iefte inviò dei messaggeri al re degli Ammoniti per dirgli: ‘Perché vieni contro di me per fare guerra al mio paese?’” (Giudici 11:12). Nota la parola “me” e “il mio paese.” Egli ha lasciato andare il dolore del passato e ha abbracciato interamente la causa. Un autore scrive: “Era pronto ad un cammino unitario. E un cammino unitario richiede un discorso unitario. Potresti rimanere sorpreso di quanto un cammino unitario possa incidere sulla tua attitudine e sulle tue relazioni. Ti ritroverai a essere meno critico nei confronti degli altri quando questi “discorsi di squadra” saranno diventati un’abitudine”. Ciò non significa che vedrete sempre i problemi allo stesso modo. Semplicemente, la causa e la visione che condividete sono più grandi e più importanti delle vostre differenze di pensiero e opinione. La Bibbia dice: “Sforzandovi [dovete lavorarci] di conservare l’unità nello Spirito [non necessariamente nelle opinioni] con il vincolo della pace” (Efesini 4:3).

Trasforma la tua perdita in guadagno (2)

“Fate dunque dei frutti degni del ravvedimento” Matteo 3:8

Quando i capi di Israele si rivolsero a Iefte per un aiuto, erano in pericolo e avevano bisogno di lui. Così Iefte, in sostanza, disse: “Mettiamoci d’accordo su come sarà la nostra futura relazione”. A quel punto, negoziò con loro e finì per ottenere il ruolo migliore. Quando la tua fiducia è stata tradita, devi perdonare. Così facendo, ti rendi libero. Ma per proseguire, devi esercitare saggezza. Dio non si aspetta che tu ti metta in condizione di essere ferito nuovamente. Forse conosci la storia di quell’uomo che andò dal medico con una grave ustione all’orecchio destro. Spiegò: “Stavo stirando e guardando la televisione, quando il telefono ha iniziato a squillare, e invece di prendere la cornetta, ho preso il ferro”.

Perplesso, il dottore disse: “E come ti sei fatto la bruciatura all’orecchio sinistro?” L’uomo esclamò, “Perché hanno richiamato!” Morale: quando rimani “bruciato” da qualcuno, fai attenzione a non metterti nella posizione di essere bruciato ancora e ancora. Il perdono deve essere immediato, ma la fiducia va guadagnata. Il colpevole deve mostrare il frutto del suo pentimento, un comportamento coerente che dimostra che lui o lei ha cambiato idea. Gesù disse: “Fate dunque dei frutti degni del ravvedimento.” Hai bisogno di due cose: grazia e saggezza. Grazia significa estendere agli altri lo stesso perdono che Dio ha esteso a te. Saggezza significa conoscere che tipo di relazione puoi avere con quelle persone in futuro.

Trasforma la tua perdita in guadagno (1)

“Iefte… era un uomo forte e valoroso, figlio di una prostituta” Giudici 11:1

Iefte era il figlio illegittimo di un uomo di nome Galaad. Sua madre era una prostituta. Crebbe in casa degli altri figli legittimi che in seguito lo cacciarono. “Gli dissero: ‘Tu non avrai eredità in casa di nostro padre’” (v.2). Cosi finì per vivere in una caverna. Prese con sé una banda di disadattati e di ribelli e la trasformò in un esercito. Quando gli Ammoniti minacciarono Israele, gli anziani tornarono da lui a chiedere aiuto. “Ma Iefte rispose agli anziani di Galaad: ‘Non mi avete odiato e scacciato dalla casa di mio padre? Perché venite da me ora che siete nell’angoscia?’ Gli anziani di Galaad dissero a Iefte: ‘Appunto per questo ora torniamo da te, perché tu venga con noi a combattere contro i figli di Ammon e tu sia capo di noi tutti che abitiamo in Galaad” (vv. 7-8). Non solo Iefte li condusse alla vittoria, ma è citato con onore nella Bibbia al fianco di persone come Abramo, Mosè e Davide. La sua vita è ricca di insegnamenti. Eccone uno importante: il rifiuto può essere parte del piano di Dio per la tua vita. Iefte fu rigettato per motivi fuori dal suo controllo: era illegittimo. Ma invece di covare rancore, andò avanti e fece qualcosa di buono con la sua vita. Forse sei stato rifiutato perché sei vecchio, giovane, intelligente, stupido, bello, brutto, privilegiato, povero, attraente, non attraente, maschio, femmina, bianco, nero, ecc. Per la grazia di Dio, Iefte prese una brutta situazione e la trasformò. La stessa grazia è offerta a te oggi, se consegni la tua situazione a Dio.

Reagisci con grazia

“Crescete nella grazia” 2 Pietro 3:18

Nelle relazioni, come superiamo le vecchie ferite? Come possono due persone conciliare prospettive distinte e uniche per creare una relazione soddisfacente e amorevole? C’è un ingrediente davvero speciale, chiamato “grazia”, che rende possibile questo mix. Significa estendere all’altro la stessa grazia che Dio ha esteso a te. La grazia fascia le persone affrante e consente agli sconfitti di percorrere vie efficaci per lasciarsi il passato alle spalle. Dà forza a coloro che si sforzano di essere efficienti e operativi in aree della loro vita in cui non lo sono mai stati. La grazia risana i cuori e risolve i problemi degli spiriti tormentati. È gentilezza amorevole e perdono. È la benevolenza di Dio. E come Egli l’ha concessa a noi, noi dovremmo estenderla a chi ha bisogno di compassione e amore. Tutti noi siamo ‘rotti’ in certe aree; dobbiamo imparare ad accettarlo e aiutare a sanare questa rottura negli altri. Pietro non credeva di poter rinnegare il suo Signore. Giurò che non l’avrebbe mai fatto. Eppure, Gesù non solo lo predisse, ma promise di pregare per lui affinché potesse essere completamente ristorato (cfr. Luca 22:32). Noi siamo chiamati a fare lo stesso: estendere alle altre persone imperfette lo stesso amore e la stessa grazia che sono state mostrate a noi. Paolo scrisse ai Tessalonicesi: “Noi dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli, com’è giusto, perché la vostra fede cresce in modo eccellente, e l’amore di ciascuno di voi tutti per gli altri abbonda sempre di più” (2 Tessalonicesi 1:3). Poi Pietro aggiunge: “Crescete nella grazia”. È un processo, quindi devi lavorarci!

Benedizioni generazionali

“Per voi è la promessa, per i vostri figli” Atti 2:39

Ogni famiglia ha punti di forza unici e differenti. E tu puoi lasciare un’eredità ai tuoi figli trasmettendo i valori, la sapienza e l’amore che hanno sostenuto la tua famiglia fino ad oggi. Avere un’idea della tua storia può suscitare in loro il desiderio di portarla avanti. Devi dire loro come sei riuscito ad attraversare il fiume Giordano arrivando alla Terra Promessa. Devi trasmettere le benedizioni che di generazione in generazione hanno aiutato la tua famiglia. È necessario evidenziare i doni di ogni membro della famiglia. C’è qualcosa in ogni persona che la distingue dagli altri. Ognuno di noi ha dei talenti speciali e tutti noi vogliamo capire che cosa sappiamo fare bene. Dobbiamo riconoscere apertamente l’unicità di ognuno. Dobbiamo anche sottolineare che, sebbene parte di una grande famiglia, non siamo limitati dalla nostra eredità; abbiamo la libertà e la capacità di esercitare i nostri doni individuali. Stimola i tuoi familiari ad essere orgogliosi delle loro origini, di chi sono e della direzione che stanno prendendo. Il nostro passato ci tiene uniti, ma è il modo in cui ogni singolo membro usa il proprio dono particolare e adempie il suo ruolo che rende una famiglia resiliente e le assicura un futuro solido, in linea con le promesse di Dio. “Per voi è la promessa, per i vostri figli”. Non essere l’ultimo anello della catena. Non lasciare che l’eredità finisca con te. Prendi le benedizioni che Dio ha posto in te e trasmettile ai tuoi figli, come anche ai tuoi nipoti.

Amare e accettare gli altri

“CIASCUNO, CON UMILTÀ, STIMI GLI ALTRI SUPERIORI A SE STESSO” FILIPPESI 2:3

È possibile imparare ad amare e accettare qualcuno, senza necessariamente andare d’accordo con le sue opinioni e sostenerne le azioni o lo stile di vita. Un importante fattore chiave è imparare a vedere le persone come individui. Più noi interiorizziamo che nonostante le differenze siamo tutti esseri umani e tutti creati dal nostro Padre a Sua immagine, più saremo liberi di concentrarci sui nostri bisogni. Quando non capiamo le motivazioni, i punti di vista o la personalità di qualcun altro, è facile farci un’idea sbagliata e mostrare irritazione e rabbia. Comunicazione e fiducia sono fondamentali per accrescere la pazienza e la comprensione verso chi agisce diversamente da noi. Per costruirle, a volte basta fare le domande giuste.

Troppo spesso abbiamo paura di chiedere all’altro da dove proviene o quale sia il problema. Oppure, quando chiediamo, lo facciamo in un modo che accresce la paura e l’ostilità che l’altra persona sta vivendo. Se chiediamo con gentilezza, o almeno in maniera rispettosa e educata, l’altra persona si sente libera di aprirsi e noi abbiamo la possibilità di conoscerla meglio. Il senso dell’umorismo aiuta ad appianare le cose in caso di discordia o conflitto. Questo tipo di scambio costruttivo alimenta la fiducia, che a sua volta accresce la probabilità di una migliore comunicazione. La Bibbia alza il livello quando si tratta di amare e accettare gli altri, Paolo afferma: “Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo” (1 Corinzi 13:1).