Mantieni sempre la coscienza pulita

“Fino ad oggi mi sono condotto davanti a Dio in tutta buona coscienza” Atti 23:1

Sul monumento alla memoria di Mark Twain a Hartford, Connecticut, troverai incorniciate queste parole: “Fai sempre la cosa giusta. Soddisferà alcune persone e stupirà le altre. Sinceramente tuo, Mark Twain, New York, 16 febbraio 1901”. Quando la tua coscienza è allineata alla parola di Dio e governata da essa, ti guiderà a fare la cosa giusta in ogni momento. La coscienza ha origine nelle prime lezioni che impari su giusto e sbagliato; ecco perché come genitore hai la responsabilità più importante del mondo. Se non hai mai ricevuto queste lezioni, non riuscirai a sviluppare una coscienza. Se hai ricevuto un insegnamento incompleto, svilupperai una coscienza incompleta. Se ignori la tua coscienza e rifiuti di obbedire alla sua voce interiore, essa si indurirà e, col tempo, vivrai come se non ne avessi mai avuta una. Scenderai a compromessi, agirai di nascosto e prenderai delle scorciatoie per ottenere ciò che desideri.

Non si può vedere la coscienza o farne un’autopsia, ma puoi sentirla sussurrare nella mente e strattonare il tuo cuore. Sono i sussurri e gli strattonamenti a cui dovresti rispondere per camminare nella benedizione di Dio. Paolo fece due osservazioni importanti sulla coscienza: 1. “Per questo anch’io mi esercito ad avere sempre una coscienza pura davanti a Dio e davanti agli uomini” (Atti 24:16). 2. “Fino ad oggi mi sono condotto davanti a Dio in tutta buona coscienza”. Più di tutto non trascurare la tua coscienza, essa o è sana o si sta ammalando. E come va la coscienza, così va il tuo carattere, la tua reputazione e la qualità della tua vita.

Fatti coraggio e agisci!

“Alzati, perché questo è compito tuo… Fatti coraggio e agisci!” Esdra 10:4

Probabilmente non hai mai sentito parlare di Harlow Curtice perché non è un laureato di Harvard; era un ragazzo di paese col diploma di scuola superiore. Ma aveva grandi sogni. Iniziò come contabile in General Motors e divenne presidente della società all’età di trentacinque anni. All’età di quarant’anni, era il direttore generale della stimata divisione Buick di General Motors. Si fece strada fino ai vertici della sua professione con il talento per nuove idee e azioni. Coraggiosamente, progettava nuovi stili e modelli. E viaggiò personalmente negli Stati Uniti per motivare i venditori, infondendo un rinnovato entusiasmo verso i prodotti Buick.

E indovina quando fece tutto questo? Nel bel mezzo della Grande Depressione! Sotto la sua guida, la vendita di automobili Buick quadruplicò; la sua divisione diventò la seconda più redditizia nella storia della General Motors. Quando gli venne chiesto a che cosa attribuisse il suo successo, menzionò queste tre cose: 1. Si era posto degli obiettivi e aveva chiesto alle persone intorno a lui di fare altrettanto. 2. Era orgoglioso di affrontare e superare gli ostacoli. 3. Era disposto a correre dei rischi e a fare le cose che le persone con talento, ma timorose non volevano fare. Risultato: vincere divenne un’abitudine e uno stile di vita. Questi tre principi sono saldamente biblici, sono sperimentati nel tempo e ti porteranno al successo in qualunque cosa tu metta mano. Perciò la parola per te oggi è “Alzati, perché questo è compito tuo…Fatti coraggio e agisci!”

Usa ciò che Dio ti ha dato

“C’è chi offre liberamente e diventa più ricco, e c’è chi risparmia più del giusto e non fa che impoverire” Proverbi 11:24

Gesù insegnò ai Suoi discepoli ad essere dispensatori delle Sue benedizioni e “primi soccorritori” per chi era nel bisogno. Per questo li coinvolse man mano nel Suo ministero: li stava preparando per poterlo rappresentare in futuro. Nel dare da mangiare ai cinquemila, il miracolo della moltiplicazione non si realizzò quando il cibo lasciò le mani di Cristo, ma quelle dei discepoli. Gesù benedì i cinque pani e i due pesci, li diede ai discepoli e loro iniziarono a fare ciò che sembrava ridicolo: sfamare una moltitudine con il pasto di un ragazzo. Ma nel momento in cui lo fecero, sperimentarono il miracolo. Perché? Perché quando la benedizione del Signore è sopra ciò che hai, avrai successo, nonostante le sfide e gli ostacoli. Dio ha dato a ciascuno di noi qualcosa che serve ad altri.

Ma a volte non la riconosciamo, o dubitiamo del suo valore. Quindi concludiamo, “non ho quello che serve”. Ce l’hai, ma è in forma di seme! Gesù lo descrive così: “Prima l’erba, poi la spiga, poi nella spiga il grano ben formato” (Marco 4:28). Dio ha messo in te qualcosa che vuole che tu riconosca, faccia crescere e usi per la Sua gloria. Quando Egli lo benedice, rimarrai stupito dal potenziale ancora in seme che ti portavi dentro. Il miracolo della moltiplicazione ebbe inizio quando un ragazzo si accorse di un bisogno non soddisfatto e decise: “Queste persone hanno fame e hanno bisogno di essere sfamate”. Lo stesso accadde quando i discepoli scoprirono che cosa fu in grado di fare Gesù con quello che avevano, che sembrava assolutamente inadeguato alla situazione. La parola per te oggi è: usa ciò che Dio ti ha dato!

“Metti in pratica” la parola di Dio

“Chi guarda… alla legge perfetta…uno che la mette in pratica” Giacomo 1:25

Il Dr. David Jeremiah racconta di un noto professore di seminario che trascorse l’estate a Gerusalemme per studiare. Nel suo condominio viveva un Rabbino ebreo ortodosso con il quale studiò l’ebraico. Un giorno il professore si sedette e ascoltò l’amico Rabbino recitare l’intero libro dei Salmi, in ebraico, senza dimenticarne nemmeno un frammento. Abbastanza impressionante, vero? Ma Dio non ti benedice solo perché leggi la Sua Parola o perché la memorizzi o, addirittura, perché la citi parola per parola in lingua originale. Dio semplicemente promette di benedire coloro che “mettono in pratica” ciò che la Sua parola dice. Leggere la Bibbia senza metterla in pratica è come andare in un buon ristorante e leggere il menu ignorando il pasto. “Ma mettere in pratica la parola e non ascoltarla soltanto, illudendo voi stessi.

Perché, se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio; e quando si è guardato se ne va, e subito dimentica com’era. Ma chi guarda attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della libertà, e in essa persevera, non sarà mai un ascoltatore smemorato, ma uno che la mette in pratica; egli sarà felice nel suo operare” (vv.22-25). Uno dei pericoli di ascoltare una grande predicazione è che puoi trarne gioia e tornare a casa commosso, ma per nulla cambiato. La conoscenza della Parola di Dio è di importanza vitale. Ma una profonda conoscenza delle Scritture può effettivamente innaffiare una radice di orgoglio spirituale nel tuo cuore, laddove elogi le Scritture, ma non le applichi. Perciò la parola per te oggi è: “metti in pratica” la Parola di Dio!

Riconoscere la vera santità

“Santità al Signore” Zaccaria 14:20

La santità dovrebbe sempre essere “al Signore”. Ogni volta che la rendiamo “agli uomini”, è sbagliato e fuorviante, perché è solo orgoglio e messinscena. Gesù condanna i Farisei non per gli atti di pietà, ma perché erano fatti per impressionare gli altri. Non solo vivevano secondo una lista di cose permesse e cose vietate, ma valutavano le persone in base alla loro lista, denunciandole quando non all’altezza. Alcuni di noi sono cresciuti in case o chiese che agiscono così e quando la parola “santità” viene menzionata, ci fa rabbrividire, perché pensiamo a cristiani con le facce serie e il dito puntato. Non è questa la santità della Bibbia, questo è legalismo! Dio odia questo atteggiamento e la Bibbia lo condanna. Per capire che cos’è la vera santità, pensa alla parola “contaminazione”.

È una delle sfide maggiori degli ospedali. È il motivo per cui i medici insistono che in sala operatoria gli strumenti chirurgici siano costantemente sterilizzati, compresi cuffie, camici e guanti, e l’ambiente nella stanza mantenuto a una temperatura in cui i germi non possono sopravvivere. Hai presente? Ora aggiusta un pochino l’obiettivo e vedrai l’applicazione spirituale. La vera santità non ti isola dal mondo, ma ti preserva dalle sue contaminazioni. Paolo corregge la chiesa di Corinto sull’approccio alla comunione: “Al pasto comune, ciascuno prende prima la propria cena; e mentre uno ha fame, l’altro è ubriaco” (1 Corinzi 11:21). Quindi Paolo affronta il loro atteggiamento spiritualmente sciatto, del “va bene tutto”. “Per questo motivo molti fra voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono” (v.30). Qual è la risposta? “Santità al Signore!”

Affrontare il nostro peccato

“Ho peccato contro te, contro te solo” Salmi 51:4

Dobbiamo vedere il nostro peccato in un modo nuovo, averne una fresca comprensione. John Ortberg scrive: “Il peccato implica la negazione. Porta con sé una certa miopia morale”. L’unico modo per vederlo chiaramente è attraverso Colui contro cui abbiamo peccato. Il salmista pregò: “Ho peccato contro te, contro te solo”. Un professore di un’Università Cristiana afferma: “Sono gentile con i miei studenti; rispettoso verso i miei colleghi; amorevole con la mia famiglia; non rubo, non commetto adulterio, non uso droga né dichiaro il falso sotto giuramento e passo il filo interdentale regolarmente.

Ma quando mi guardo onestamente, vedo che serbo rancore, trattengo molto del mio tempo senza condividerlo con altri e sono infastidito quando qualcuno si intromette nelle mie cose. Sono vanitoso e ossessionato dalla percezione che gli altri hanno di me. Combatto con la mia sessualità e divago con gli occhi e col cuore. Fingo di ascoltare, ma non lo faccio. Penso più ad essere grande che ad essere buono. Mi atteggio in modo più spirituale di quanto non lo sia realmente. Sono un disastro, completamente rotto, la mia unica speranza è la misericordia di Dio”. Quando Isaia vide il Signore seduto sul trono, gridò: “Guai a me, sono perduto!” (Isaia 6:5). Poi un angelo prese un carbone ardente dall’altare e toccò le sue labbra, dicendo: “La tua iniquità è tolta e il tuo peccato è espiato” (v.7). Rendersi conto del nostro stato di peccatori può essere un colpetto gentile o un uragano che ci abbatte con forza. L’importante è il modo in cui noi reagiamo. Indipendentemente da quanto spesso tu sia caduto o quanto tu abbia fallito, oggi Dio ti estende la Sua grazia e la possibilità di iniziare di nuovo, se sei disposto ad accettarla.

Vivi per qualcosa più grande di te stesso

“Se il granello di frumento caduto in terra non muore… rimane solo” Giovanni 12:24

Gesù disse: “Se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto”. Hanno stimato che un granello di frumento produce uno stelo con tre spighe di grano. In ogni spiga ci sono da quindici a trentacinque chicchi, quindi circa un centinaio di chicchi per ogni stelo. Dopo essere stati piantati, questi chicchi ne produrranno altri dieci mila. Se questi vengono ripiantati, produrranno un milione di chicchi. E se si continuasse, si potrebbe ricoprire la terra di frumento! È incredibile ciò che una persona può fare quando dedica la propria vita a Cristo. D.L. Moody una volta disse: “Il mondo deve ancora vedere che cosa Dio può fare attraverso un uomo che si sottomette a Lui”. Decise di essere quella persona e finì per influenzare il mondo per Cristo.

Quando Pietro, Giovanni e Giacomo incontrarono Gesù, il loro obiettivo nella vita era guadagnarsi da vivere. Poi Gesù li invita a seguirLo e a fare la differenza. Oggi Egli ti invita a fare la stessa cosa. Ti esorta a trovare un bisogno che nessuno considera e a darti completamente ad esso. Ti invita a trovare una causa più grande dei tuoi interessi personali, ovvero la Sua causa, e riversare la tua vita in essa. Quando Gesù chiese agli apostoli di lasciare il loro lavoro e le loro sicurezze, stava stravolgendo il loro mondo. Ma quando Gli dissero di sì, ebbero così tanto successo che i loro nemici li accusarono di “aver messo sottosopra il mondo” (cfr. Atti 17:6).

Il potere dell’intimità con Cristo

“Tutto questo allo scopo di conoscere Cristo” Filippesi 3:10

Un pastore racconta la storia di una donna che stava cercando inutilmente di perdere peso. Aveva provato ogni dieta possibile, ma il suo peso saliva e scendeva. Per diversi mesi il pastore non la vide in chiesa. Poi una domenica, si fece viva ed egli rimase sbalordito. La riconobbe a stento, tanto era dimagrita. Com’era stato possibile? La donna aveva incontrato un uomo e si era innamorata! Spiegò al pastore che erano prossimi alle nozze e lei voleva essere al meglio per lui nel suo abito da sposa. C’è una lezione importante qui. Se il tuo approccio alla vita cristiana è basato sull’osservanza delle regole, scoprirai che è una strada difficile da percorrere.

Diverso è se il tuo approccio si basa sulla relazione. Questa donna fu in grado di vincere ciò che l’aveva afflitta per anni grazie alla relazione con la persona amata e perché ricercava la gioia di quella persona. L’intimità con Cristo ci dà potenza. E anche gioia. Ecco perché Paolo scrisse: “Tutto questo allo scopo di conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione, la comunione delle sue sofferenze, divenendo conforme a lui nella sua morte”. Quanto sei vicino a Dio, oggi? Vorresti esserlo di più? Puoi farlo; Egli sta aspettando che tu faccia il primo passo. “Avvicinatevi a Dio, ed Egli si avvicinerà a voi” (Giacomo 4:8). Come ci si avvicina a Dio? Lasciando perdere le cose terrene e ponendoti come obiettivo di vita quello di conoscere Cristo intimamente.

Credici, la parola di Dio è vera

“E il Signore diede ordine al pesce, e il pesce vomitò Giona sulla terraferma” Giona 2:11

Alcune persone mettono in dubbio la storia di Giona che viene inghiottito da un pesce e rimane in vita per raccontare la sua avventura. Ecco due motivi per cui dovresti crederci: primo, perché Gesù ci credette. “Come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell’uomo starà nel cuore della terra tre giorni e tre notti” (Matteo 12:40). Ma ecco un secondo motivo per credere a questa storia. Nel 1891 al largo delle isole Falkland, due pescherecci incontrarono un enorme capodoglio. Il primo peschereccio l’arpionò, il secondo cercò di raggiungere l’altro fianco del cetaceo per fare la stessa cosa. La coda della balena lo colpì e lo fece capovolgere.

C’erano due uomini su quella barca. Uno annegò e l’altro non fu più trovato. Due giorni dopo, altre barche trovarono lo stesso capodoglio e lo uccisero. Portarono la balena sulla riva, la sventrarono e indovina che cosa trovarono? Il secondo uomo. Era privo di sensi, ma vivo e, dopo le dovute cure, si riprese. Il Dr. Tony Evans commenta: “Il miracolo non è che un pesce abbia ingoiato un uomo, perché è già successo in passato. Il miracolo è che il pesce abbia prestato attenzione alla voce di Dio”. Dirai: “Che cosa c’entra tutto questo con me?” Quando vai da Dio chiedendo aiuto ed Egli ti parla, cose soprannaturali iniziano ad accadere nella tua vita. Gesù disse: “Tutte le cose che voi domanderete pregando, credete che le avete ricevute e voi le otterrete” (Marco 11:24).

Abbi una “prospettiva di preparazione”

“Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo” 2 Corinzi 5:10

Paolo scrive: “Per questo ci sforziamo di essere graditi… noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male” (vv. 9-10). Se sei saggio, vivi ogni giorno con questa verità suprema in mente. Avrai così una “prospettiva di preparazione!” Pensala in questo modo: non ti svegli una mattina dicendo: “Ho deciso di essere un avvocato, o un dottore, o un contabile, ecc.” No! Prendi la decisione anni prima e poi ci lavori su preparandoti. Ora, cerchiamo di essere chiari. Come Cristiano non stai lavorando per guadagnarti la salvezza, ma per guadagnare la tua ricompensa nei cieli. La salvezza è il fondamento su cui costruisci e la Bibbia dice:

“Nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù” (1 Corinzi 3:11). Paolo prosegue dicendo: “Se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l’opera di ognuno sarà messa in luce; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l’opera di ciascuno. Se l’opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà la ricompensa; se l’opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco” (vv. 12-15). Quando ti trovi davanti a Cristo, hai due opzioni: ricompensa o rammarico. Perciò procurati una “prospettiva di preparazione.”